A Terra Madre 2010 Carlo Petrini lancia l'appello ufficiale per realizzare un piccolo grande sogno: realizzare orti in tutte le comunità africane di Terra Madre, 1000 orti nelle scuole, nei villaggi, nelle periferie delle città africane. A realizzare il progetto 1000 Orti in Africa sono chiamate tutte le condotte in tutto il mondo, persone fisiche, associazioni, ristoratori, realtà del settore pubblico, aziende. E in tanti si attivano per raggiungere entro il 2012 questo obiettivo.
La Condotta Slow Food Scandicci accetta entusiasta la sfida e si muove raccogliendo fondi in svariate maniere: aperitivi, cene, degustazioni, mostre fotografiche, Orti in Condotta e Slow Food Day. Il risultato finale è stato a dir poco eccellente: 4 sono stati gli orti adottati dalla Condotta di Scandicci e 2 quelli adottati dal Bistrot del Mondo. Questi gli orti che ci sono stati assegnati, tutti e 6 in Kenya:
- Orto comunitario di Kapsongwor (adottato dal Bistrot del Mondo).
- Orto comunitario di Tarsoi (adottato dal Bistrot del Mondo).
- Orto comunitario di Ngarachi (adottato dalla nostra Condotta).
- Orto comunitario di OVC Gatituri (adottato dalla nostra Condotta).
- Orto familiare di Chesta (adottato dalla nostra Condotta).
- Orto familiare di Sikulu (adottato dalla nostra Condotta).
Il grande impegno e i risultati ottenuti ci hanno resi molto orgogliosi e ci hanno anche insignito dello status di Sostenitori Eccellenti e Sostenitori Benemeriti del progetto Slow Food.
A Terra Madre 2012, a Torino, abbiamo incontrato il nostro referente degli orti in Africa, Peter, che ci ha spiegato come stanno lavorando sul "campo": "Il progetto degli Orti in africa ha attivato tante sinergie all'interno delle comunità, è servito per creare unione e condivisione tra i contadini e per riavvicinare i giovani all'agricoltura. Per far capire il bene che le loro terre custodiscono e la potenzialità di usare i prodotti locali invece di andare a cercare i prodotti importati dall'estero". I 1000 orti stanno funzionando da modelli concreti di agricoltura sostenibile, attenti alle diverse realtà ambientali, socio-economi che e culturali e facilmente replicabili. Il progetto, che prevede la realizzazione di orti scolastici, comunitari, familiari, garantisce prodotti freschi e genuini, valorizza i prodotti locali, salvaguarda le ricette tradizionali, produce trasformati di qualità.
Continua Peter: "Un orto giusto è un'esperienza comunitaria, che riunisce generazioni diverse e contesti sociali diversi; promuove le conoscenze e le competenze degli agricoltori, in modo da migliorare la loro autonomia e la loro autostima; favorisce la sovranità alimentare, dando alle comunità la possibilità di scegliere cosa coltivare e mangiare. Negli orti si usa il sistema del controllo biologico, ovvero vengono usate piante tradizionali per fare pesticidi naturali e prima di dare gli attrezzi ai contadini è stato fatto un corso sull'agricoltura sostenibile. I soldi del progetto sono serviti per le recinzioni (importanti per difendere la coltivazione dagli animali allevati), per le attrezzature e per i semi tradizionali comprati dai contadini o al mercato locale. L'accesso all'acqua dipende da dove è situato l'orto, chi ha l'orto in montagna sfrutta le sorgenti di acqua in loco, gli altri scavano pozzi o si riforniscono da sorgenti e fiumi". Un orto pulito rispetta l'ambiente, gestisce in modo sostenibile suolo e acqua, tutela la biodiversità.
A Terra Madre 2012 l'obiettivo dei 1000 orti in Africa è stato raggiunto. Adesso il nostro prossimo obiettivo è realizzare 10.000 orti in Africa, 10.000 comunità del cibo e 10.000 prodotti dell'arca.
Stiamo lavorando per adottarne altri. Aspettiamo anche te!
Per approfondire:
Il progetto sul sito della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus